Rivoluzione costituzionalista brasiliana | |||
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Data | 9 luglio-2 ottobre 1932 | ||
Luogo | San Paolo e alcune parti di Mato Grosso, Minas Gerais, Rio de Janeiro e Rio Grande do Sul, Brasile | ||
Esito | Vittoria legalista | ||
Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
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La Rivoluzione costituzionalista del 1932 (a volte indicata anche come guerra paulista o guerra civile brasiliana[1]) è il nome dato alla rivolta della popolazione dello stato brasiliano di San Paolo contro la rivoluzione brasiliana del 1930 quando Getúlio Vargas assunse la presidenza della nazione; Vargas era sostenuto dal popolo, dai militari e dalle élite politiche di Minas Gerais, Rio Grande do Sul e Paraíba. Il movimento nacque dal risentimento locale per il fatto che Vargas governasse per decreto, non vincolato da una costituzione, in un governo provvisorio. La rivoluzione del 1930 colpì anche San Paolo, erodendo l'autonomia di cui godevano gli stati durante il mandato della Costituzione del 1891 ed impedendo l'insediamento del governatore di San Paolo, Júlio Prestes, alla presidenza della Repubblica, mentre contemporaneamente rovesciava il presidente Washington Luís, governatore di San Paolo dal 1920 al 1924. Questi eventi segnarono la fine della Prima Repubblica. Vargas nominò un nordorientale come governatore di San Paolo.
L'obiettivo principale della rivoluzione era quello di spingere il governo provvisorio guidato da Getúlio Vargas ad adottare e quindi rispettare una nuova costituzione, poiché al presidente eletto Prestes era stato impedito di entrare in carica. Tuttavia, man mano che il movimento si sviluppava e il risentimento contro il presidente Vargas e il suo governo rivoluzionario cresceva, essa arrivò a sostenere il rovesciamento del governo federale, e s'ipotizzò persino che uno degli obiettivi dei rivoluzionari fosse la secessione di San Paolo dalla federazione del Brasile. Tuttavia, si noti che lo scenario separatista venne utilizzato come tattica di guerriglia dal governo federale per rivoltare la popolazione nel resto del paese contro lo stato di San Paolo, trasmettendo la presunta minaccia separatista in tutto il paese. Non ci sono prove che i comandanti del movimento cercassero il separatismo.
La rivolta iniziò il 9 luglio 1932, dopo che quattro studenti che protestavano vennero uccisi dalle truppe governative il 23 maggio 1932. Sulla scia della loro morte, partì un movimento chiamato MMDC (dalle iniziali dei nomi di ciascuno dei quattro studenti uccisi, Martins, Miragaia, Dráusio e Camargo). Anche una quinta vittima, Alvarenga, venne colpita quella notte, ma morì mesi dopo.
In pochi mesi lo stato di San Paolo si ribellò al governo federale. Contando sulla solidarietà delle élite politiche di altri due stati potenti (Minas Gerais e Rio Grande do Sul), i politici di San Paolo si aspettavano una guerra rapida. Tuttavia, quella solidarietà non si tradusse mai in un sostegno effettivo e la rivolta di San Paolo venne repressa militarmente il 2 ottobre 1932. In totale, ci furono 87 giorni di combattimenti (dal 9 luglio al 4 ottobre 1932, con gli ultimi due giorni dopo la resa di San Paolo), con un bilancio di 934 morti ufficiali, anche se stime non ufficiali riportano fino a 2.200 morti, e molte città nello stato di San Paolo subirono danni a causa dei combattimenti.
Nonostante la sua sconfitta militare, alcune delle principali richieste del movimento vennero infine accolte da Vargas: la nomina di un governatore statale non militare, l'elezione di un'Assemblea costituente e, infine, la promulgazione di una nuova costituzione nel 1934. Tuttavia quella costituzione fu di breve durata, come nel 1937, in mezzo al crescente estremismo sulle ali sinistra e destra dello spettro politico, Vargas chiuse il Congresso nazionale e promulgò un'altra costituzione, che istituì il cosiddetto Estado Novo dopo un colpo di Stato.
Il 9 luglio segna l'inizio della rivoluzione del 1932, ed è una festa e la data civica più importante dello stato di San Paolo. I paulistas (come sono conosciuti gli abitanti di San Paolo) considerano la rivoluzione del 1932 come il più grande movimento della sua storia civica. Fu la prima grande rivolta contro il governo di Getúlio Vargas.